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Unione Europea ed Asia Centrale: nuove possibilità di cooperazione

eu cantro asiaIl tredicesimo incontro annuale tra Unione Europea ed Asia Centrale, tenutosi lo scorso 10 novembre a Samarcanda, è stata l’occasione per fare il punto della situazione su quanto sta avvenendo nella regione dal punto di vista dei rapporti internazionali. Al meeting ha partecipato anche Federica Mogherini, 

Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che ha evidenziato come in Asia Centrale siano in corso importanti mutamenti, soprattutto grazie alle novità nella politica estera uzbeka introdotte dal nuovo presidente Chavkat Mirzoiev. L’importante funzionario ha ricordato come Unione Europea ed Asia Centrale stiano rivedendo i vecchi accordi e stipulandone di nuovi. A titolo di esempio risale all’anno scorso la firma tra UE e Kazakistan dell’Accordo di Partenariato e di Cooperazione Rafforzato (APCR) che prende il posto del vecchio accordo risalente ormai al 1999, ossia ad un momento storico in cui la situazione e le aspettative generali erano alquanto diverse e l’Unione Europea, spinta anche da forti motivazioni ideologiche, stipulava trattati commerciali come l’INOGATE o il TRACECA.
Oggi l’Asia Centrale sembra essere sulla via di una maggiore coesione, almeno questa la speranza dei ministri degli esteri delle cinque repubbliche centroasiatiche firmatari, sempre nell’occasione del meeting di Samarcanda, di un accordo per realizzare un programma di mutua cooperazione per il biennio 2018-19. L’attività di Mirzoiev in tal senso è decisa, tanto che il presidente uzbeko ha proposto l’organizzazione di una serie di incontri periodici tra i capi di Stato della regione, senza che questo diventi la creazione dell’ennesima organizzazioneinternazionale in l’Asia Centrale.
L’Uzbekistan non solo ha risolto diverse controversie con il Kirghizistan ma ha anche firmato importanti accordi di partnership con il Turkmenistan, tra cui la costruzione di un ponte ed una ferrovia per la creazione di un corridoio commerciale Uzbekistan-Turkmenistan-Iran-Oman. A livello energetico Tashkent ha riallacciato i rapporti con il Tagikistan dopo anni di crisi. Ma, forse la cosa più rilevante, l’Uzbekistan ha firmato importanti accordi economici e commerciali con il Kazakistan, suo grande rivale storico per il ruolo di leader regionale in Asia Centrale.
La spinta verso la cooperazione è dovuta anche ad una difficile situazione economica di diversi tra gli attori coinvolti, retaggio anche dell’organizzazione economica sovietica che rendeva difficili i rapporti tra le cinque repubbliche, come dimostrato dal Turkmenistan. Il paese si trova infatti alle prese con una crisi economica latente, isolato commercialmente ed alla ricerca di partner. Non è forse un caso che proprio recentemente Ashgabat abbia sottoscritto numerose convenzioni internazionali e stia decidendo di privatizzare diverse proprietà statali per attrarre capitali.
Segnale in tal senso è venuto dalla Francia che, tramite una lettera del presidente Macron, ha dichiarato di voler intensificare con il Turkmenistan la cooperazione in tutti i campi. Il caso più clamoroso di ricerca di appoggi internazionali, tuttavia, è stato quello kirghiso quando a febbraio l’ormai ex presidente Atambaiev, nel corso di un viaggio diplomatico in Belgio e Germania, ha prospettato durante un’intervista la possibilità che il Kirghizistan potesse aderire all’Unione Europea, questo dopo avere elogiato i vantaggi economici dell’aderire a quella eurasiatica.
Tornando alle parole della Mogherini, un grosso ostacolo rischia di essere ancora il tema dei diritti umani nella regione. L’Alto rappresentate ha infatti ribadito come l’Unione Europea sia attenta alla questione, senza però specificare quanto questa sia oggi pregiudiziale nei rapporti con le repubbliche centroasiatiche. Pochi giorni prima dell’incontro di Samarcanda e pochi dopo il varo di una collaborazione con l’ONU sul tema, in Turkmenistan è stata attaccata la casa della madre di un’attivista di Human Right Watch, ma il problema sembra essere trasversale in tutta la regione.
In conclusione possiamo dire che il nuovo corso uzbeko sta sicuramente dando dinamismo alla politica internazionale centroasiatica, rendendo possibile la nascita di una regione più forte ed autorevole, tuttavia i rapporti con l’Unione Europea rischiano di restare incagliati nelle questioni di sempre, senza particolari sviluppi in una sorta di stagnazione post-post-sovietica. FONTE: http://www.eastjournal.net/archives/87054